20th Century Fox Animation part 3(of 4): Da Ice Age a Rio e lo sfruttamento dei franchise

BlueSky da quel momento divenne il cuore pulsante della divisione animata della 20th Century Fox. Comiciarono ad alternare film di un grande franchise a tentativi di instaurarne di nuovi, colpendo nel segno qualche volta. L’obiettivo era di far cassa con Ice Age per poi tentare con nuove idee di sbancare il botteghino. Ma nonostante le pellicole migliori siano i film originali o adattamenti di fumetti e storie per ragazzi, i soldi si facevano principalmente con Scrat e compagnia. Ma proseguiamo con ordine.

Nel 2005 esce Robots, una pellicola squisita ma che purtroppo non ebbe lo stesso successo del precedente film. Inizialmente la trama doveva esser un adattamento della storia di William Joyce, uno scrittore americano, chiamata Santa Calls, ma Wedge e lo stesso Joyce optarono per qualcosa di originale, un mondo popolato da robots. Ottene recensioni positive, e molte candidature, ma zero premi. Di conseguenza finì nel dimenticatoio della maggior parte della gente.

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il culone di zia Fanny, esempio di semplice umorismo fisico che funziona

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Fender e i Selfie prima che diventassero mainstream

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a me dispiace spoilerarvi uno dei momenti più divertenti, ma Fender che imita Britney, come non si può inserire

Un vero peccato, visto che la presenza di Robin Williams (Fender) si faceva notare, e non mancavano le battute e parodie a grandi film del passato oppure a mode del momento (come non citare la mitica Singing in the Oil). Inoltre la tematica del sistema oppressivo e della separazione fra ricchi e poveri si presta bene ad un film d’animazione che cerca un lieto fine. Più è dura la situazione, maggiore è il sollievo finale. Un piccolo gioiello a mio avviso che non bisognerebbe dimenticare.

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Artworks direttamente dal sito della BlueSky

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Visto lo scarso successo della pellicola, la BlueSky decise quindi di puntare sul suo cavallo di battaglia. Nel 2006 esce Ice Age 2: il Disgelo.

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Sulla produzione, poche curiosità e notizie: già dal 2002, girava la voce che Saldanha si fosse già messo all’opera per il sequel, e che cercò disperatamente di rendere i personaggi più reali possibili (a livello animato eh!): si concentrò molto sugli occhi, poiché voleva che “le espressioni facciali dicessero qualcosa” al contrario degli occhi vuoti e vitrei del primo capitolo.

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e sembra ci sia riuscito, bravo Saldanha

Nonostante il leggero calo di qualità, il film impenna al Box-Office, portandosi a casa valanghe di soldi. Ovviamente è Scrat che trascina il film, con la sua comicità fisica che ha un forte appeal verso i bambini e i ragazzi. Le avventure di Manny, Syd e Diego diventano meno interessanti, ma vengono inseriti personaggi destinati a rimanere nella testa degli spettatori (cosa che avverà poi solo con Buck nei successivi film). Nonostante tutto la pellicola è godibile e si può tranquillamente vedere, senza aspettarsi niente di troppo emozionante.

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Crash e Eddie sono un ottima aggiunta al cast comico

 

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Queen Latifah è Ellie, e in effetti nel film si gioca molto sullo stereotipo della black mama (si muove come una donna del ghetto, ci sono battute sul suo sederone e così via)

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come ho detto, è Scrat che trascina la pellicola

se non avete sorriso, siete degli insensibili

Dopo aver racimolato i soldi necessari per lanciare un qualcosa di originale, hanno la brillante idea di buttarsi su… un adattamento. Nel 2005, quando ormai hanno praticamente completato Robots, si mettono in trattativa con la vedova del Dr Seuss, un fumettista e scrittore statunitense, per ottenere i diritti di una delle sue storie, Ortone e i Piccoli Chi. Come informazione di servizio posso dirvi che Il Grinch è una fantastica opera del Dr Seuss, diventato famoso grazie all’adattamento cinematografico. Ecco, ora sapete di che genere di storie parliamo.

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il caro Dr Seuss

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Una delle storie del Dr Seuss, Green Eggs and Ham

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eh già, il Grinch è una sua storia

ottennero i diritti sia per quella storia, sia per la storia precedente, “L’uovo di Ortone”, e cominciarono a lavorarci su. Alla regia, Steve Martino, alla sua prima prova come regista dopo il suo ruolo di direttore artistico in Robots, e Jimmy Hayward, con un passato da animatore nientepopodimeno che alla PIXAR. Nel cast, ironia della sorte, viene scelto Jim Carrey come voce di Ortone (che guarda caso aveva interpretato il Grinch) e Steve Carell come sindaco del paese di Chi. Finalmente, nel 2008, uscì Ortone nel mondo di Chi.

 

La parte più difficile dell’animazione fu riuscire a far in modo che l’elefante Ortone si discostasse dai Mammuth dell’Era Glaciale, così fecero in modo che camminasse su 2 zampe ogni tanto, in modo da renderlo simile ad “un uomo grasso vestito da elefante”. Ed inserirono una bocca molto larga per permettere ad Ortone di fare espressioni tipiche da Jim Carrey (quando si dice che i personaggi animati sono ad immagine e somiglianza della voce).

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da sinistra Jim Carrey, Steve Martino e Jimmy Hayward alla prima del film

In ogni caso, la pellicola ottenne un discreto successo, e fu lodata la fedeltà al testo originale (e questa cosa, come vedremo, avrà dei risvolti positivi). Ottenne varie candidature agli Annie Awards, non vincendo nulla ahimè.

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in teoria è una scena del film… brrrrr…

A questo punto sono entrati in scena tutti e tre i registi più importanti dello studio, Chris Wedge, Carlos Saldanha e Steve Martino, ognuno impegnato in un proprio progetto: in questa maniera assicuravano un prodotto quasi ogni anno, con la sicurezza di avere sempre un team pronto a sfornare un sequel di Ice Age. Così, mentre Ortone nel Mondo di Chi viene sviluppato e rilasciato,  Carlo Saldanha era già sul pezzo per portare al cinema il terzo capitolo di Scrat. Nel 2009 esce Ice Age 3: Dawn of Dinousaurs.

L’idea dei Dinosauri nacque dalla scena nella grotta di ghiaccio del primo capitolo, dove Syd nota fra i ghiacci un dinosauro congelato. Si comincia a sentire tantissimo la mancanza di idee e creatività, iniziando la deriva più irrazionale della saga. Syd che accudisce uova di dinosauro è del tutto inverosimile e la storia sembra esser una pura casualità, una forzatura, accettabile se almeno lo sviluppo fosse stato originale e non l’ennesima Road Story. Sia chiaro, il film non è spazzatura, però si nota la “malattia del declino creativo”La pellicola fa grosso affidamento ad elementi laterali alla narrazione, come le battute (e quelle divertenti si contano sulle dita di una mano), i personaggi secondari (Buck è l’ultima creazione interessante) o la colonna sonora (Walk The Dinosaurs è entrata nella testa di tutti). Lo stesso Scrat comincia a perdere colpi dal punto di vista comico, anche se la storia d’amore è una novità che ben accolgo per il personaggio.

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ora Buck è un personaggio iconico dell’Era Glaciale

Il film viene realizzato e rilasciato anche in 3D e viene creata un’avventura apposita per il 4D per molti parchi di divertimento. Ma ci fu una piccolo problema di distribuzione. Simpaticamente, la 20th Century Fox decise di non pagare le spese per gli occhialini 3D ai cinema (cosa che invece era abbastanza comune per lanciare il prodotto in quel formato), facendo salire una protesta da parte dei distributori locali, che minacciarono di non proiettare la versione 3D. Per scongiurare la catastrofe (il film era stato pensato soprattutto per il 3D, una sua non distribuzione in quel formato avrebbe fatto perdere valanghe di soldi) la 20th Century decise di cedere alle richieste e tornò sui suoi passi.

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A Gardaland al momento (2017) si può ancora trovare l’avventura 4D (ed è pure molto carina) (No, non mi hanno pagato per dirlo)

Ed ora il paradosso: nonostante il VISTOSO calo di qualità della pellicola, questa disintegrò la concorrenza al Box office e tutti i record precedenti.

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Con un budget di 90 milioni, guadagnò 886 milioni, negando di fatto l’affermazione “fare film brutti non paga”. Mai sottovalutare il potere dei cuccioli sul pubblico, che siano dinosauri o zanzare, cambia poco (ok zanzare no, eeeegh). Ovviamente tutti questi bei soldi spinsero la Blue Sky Studio verso un “fantastico” futuro di sequel .

Carlos Saldanha, prima di cominciare a lavorare all’Era Glaciale 3, nel 2006 descrisse al Chris Wedge una interessante idea su un pappagallo che arriva a Rio de Janeiro per la prima volta grazie ad un programma di riproduzione. L’idea iniziale si riferiva ad un pinguino spiaggiato, ma stavano circolando troppi film sui pinguini a quel tempo (Surfs up, Happy feet), così fu cambiato protagonista. Il capo della Blue Sky diede l’ok, e nel 2009 partirono i lavori.

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Sarà perché io amo il blu, ma i colori di questa pellicola sono bellissimi

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il villain del film, un cacatua puramente malvagio

La direzione fu affidata a Saldanha, che chiamò Anne Hathaway  come Jewel (Gioiel in italiano) e, dopo il rifiuto di Neil Patrick Harris, Jesse Einsenberg per Blu, che in quel periodo stava girando The Social Network. Jesse accettò il lavoro perchè “si trattava di una bellissima distrazione gioiosa dal personaggio triste e serioso di Zuckemberg”: Insomma, era la pillola di vitamina D dell’attore in questo caso. La musica ebbe un ruolo importante, tanto che fu inserito nel cast Will.I.Am come personaggio secondario (Pedro, un uccellino grassottello con la samba nel corpo). Ah si, c’è pure Jamie Foxx nel ruolo del canarino ballerino Nico.

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Pedro e Nico

Nel 2011 quindi esce Rio. Il film risulta un successo, tanto forte da stabilire il tanto ricercato secondo franchise, e a ben ragione. Rio è una coloratissima e vivace pellicola, pregna di samba e musica brasiliana, e la storia, nonostante sia banale (perchè è abbastanza telefonata), riesce a coinvolgere lo spettatore, grazie anche a delle ottime animazioni (prova te a far ballare un uccellino in maniera decente, ecco).

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vorrei averne trovata una più definita

La Blue Sky nel 2011 risulta esser in piena competizione con la Pixar e la Walt Disney per quanto riguarda il box office (a premi non ci siamo proprio mi dispiace), e non accenna a fermarsi. Da quel momento l’attività di questo studio d’animazione comincia ad intensificarsi, con la realizzazione di una pellicola ogni anno.

to be continued…

 

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